2018 WITHOUT BORDERS © Massimo Gorreri
Era il 2016 quando l’accordo Ue-Turchia chiudeva la “rotta balcanica” attraverso la quale l’anno precedente circa 764mila rifugiati si erano incamminati verso i Paesi dell’Europa occidentale. Da allora il numero degli arrivi è diminuito notevolmente. I migranti però non sono scomparsi. Dopo la chiusura, alcune migliaia di persone sono rimaste bloccate in Serbia con la speranza di poter proseguire il viaggio della speranza, mentre dall’inizio del 2018 il flusso di persone ha trovato altre strade attraverso Grecia, Albania e Montenegro fino alla Bosnia-Erzegovina. La poco sorvegliata frontiera con la Croazia porta verso la “terra promessa” la Germania oppure l'Italia e i Paesi scandinavi.Secondo le stime delle autorità e l’Alto commissariato Onu per i rifugiati 5.116 migranti sono entrati in Bosnia-Erzegovina dall’inizio dell’anno parla di un aumento pari al 600-700%. I rifugiati arrivano al confine con la Croazia, nelle città di Bihac e Velika Kladusa per provare a passare la frontiera. A Velika Kladusa, uno dei ristoratori locali ha deciso di aiutare i migranti. Fornendo gratuitamente un piatto di pasta, pane e acqua. Da febbraio a settembre sono stati serviti più di 90.000 pasti.I rifugiati lamentano che la polizia croata usa metodi poco accettabili, i loro cellulari vengono rotti e spesso viene usato il manganello, mentre i diritti umani dovrebbero essere rispettati. L'utopia di un mondo senza confini è destinata a rimanere tale.